LA CESIRA HA 85 ANNI E SURFA ANCORA...

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Capo Verde...onde e vento hanno sempre il loro fascino...per lo meno a me danno sensazioni di libertà, manifestazione di potenza della natura...chissà se riuscirò a surfarne una senza essere centrifugato...

mercoledì 19 marzo 2008

quando si alzerà il vento

Il surfista non scese a compromessi, quando se ne accorse senza dire niente prese la tavola e se ne andò, lasciando la spiaggia spazzata da vento ed onde.
Lui era triste ed in silenzio, nella sua capanna in riva all’oceano mirava ed ascoltava.
Stringeva le ginocchia al petto, seduto sulla sabbia.
La sua tavola e la sua vela, erano li fuori, bagnate dalla pioggia che la mareggiata aveva potato e c’erano onde grosse fuori ed il vento side-shore avrebbe permesso surfate perfette.
Non aveva il coraggio di guardare la sua tavola, si vergognava.
La pioggia cominciò anche a filtrare dal tetto e qualche goccia scivolò lungo la schiena rigandolo gli toglieva la sabbia.
Infossò la testa fra le ginocchia e pianse perché ancora una volta aveva avuto paura.
Passò tutto il pomeriggio in quella posizione, si mosse solo per indossare una maglia, perché il freddo con l’arrivo del tramonto cominciava a farsi sentire, e si mise il berretto di lana preso in Marocco qualche anno prima.
Si ricordò delle parole del mare e del vento e chiese perdono.
Nel silenzio del cielo stellato il vento cessò di soffiare ed il mare si fermò lasciando che la luna ci si specchiasse,........ la luce lo avvolse e solo allora si accorse del surfista che stava al suo fianco.
Non diceva nulla e lo fissava come se aspettasse una sua reazione, lo sguardo era fiero di chi non ha paura di entrare fra le onde, aveva i capelli lunghi e anelli nelle dita, non si spaventò perché sentiva di conoscerlo, non se lo ricordava bene ma era come se già avessero surfato assieme, non capiva perché fosse li nella penombra ad osservarlo ne da quanto tempo ci fosse e non sapeva cosa dire, forse aveva anche timore nel domandarglielo.
Decise di stare in silenzio.
Il surfista lentamente si mosse e raccolse legna per accendere il fuoco, la dispose davanti alla capanna e senza mai distogliere lo sguardo verso di lui accese il falò, poi si sedette di fronte ed allungò le mani verso le fiamme per scaldarsi.
Incominciava a diventare fastidiosa quella presenza senza parlare, perciò prese fiato e disse:
“chi sei e che ci fai qui?”
Il surfista sorrise, quasi soddisfatto per aver ricevuto quella domanda, sembrava dicesse “finalmente ti sei accorto che ci sono”:
-“abito qui sulla spiaggia, stavo sufrando ma poi mi sono stufato”.
-“stufato, ma era perfetto oggi?”
-“già era perfetto e allora perché tu non sei entrato?”
-“beh, io non so, non lo so il perché, non era giornata forse”
-“non era giornata?, forse?, ma se hai appena detto che era perfetto?”
-“si beh, ma non per me?”
-“perché?, che ti manca?”
-“mi manca il coraggio alle volte, se ne va. E non so più chi sono?”
-“già me ne sono accorto….ma pensi che il coraggio vada e venga?”
-“non lo so, se va e viene come vuole lui”.
-“ah allora non dipende da te?”
-“si dipende da me, ma, ma perché mi fai queste domande?”
-“ti ho visto piangere e chiedere perdono, a chi lo chiedevi?”
-“lo chiedevo al vento ed al mare, gli ho delusi, loro mi avevano spiegato come fare e non sono riuscito a mantenere quella grazia nel mio cuore?”
-“ah, non credo siano delusi, loro esprimono il loro Talento con o senza di te, sei un po’ presuntuoso se pensi che il mare ed il vento aspettino proprio te, sei tu che perdi tempo, non loro?, io non credo che tu debba delle scuse a loro”.
-“si ma ho questo senso di incompiutezza che mi sembra di dovere delle scuse peri il Talento che ho e che non utilizzo”
-“già forse dovresti chiedere scusa a me?”

Nell’udire queste parole alzò la testa ma il surfista non c’era, era sparito incredibilmente, si alzò di scatto per scorgerlo lungo la riva, ma non c’era nessuno.
Tornò alla capanna e si sdraiò a fianco al fuoco e si disse che forse aveva immaginato tutto, che si era addormentato dopo aver acceso il fuoco, già doveva essere così.
Poi come in preda ad una visione disse:
-“ma il fuoco l’ha acceso lui, ricordo bene i suoi anelli, il fuoco l’ha acceso lui.”

Nel dirlo si guardò le mani e vide gli anelli del surfista.

4 commenti:

la naccherina ha detto...

sì, sento il vento...il vento del cambiamento...il vento è l'unico elemento che non è visibile agli occhi...è aria...rappresenta l'ideale e l'idealista è
colui che vede l'essenza delle cose, ne percepisce l'entità e
la cattura con una parola. pensa te dal significato che aveva per i greci, a quello che ha per la nostra società...oggi gli idealisti sono quelli accusati di avere troppa fantasia e di vivere fuori dalla realtà!...beh io sono senza dubbio un idealista e continuo a crederci.grazie.

la cesira ha detto...

ciao nacchierina ben tornata...si la continuazione della storia del surfista è proprio questo che vuole dire...

la naccherina ha detto...

ciao!la mia amica qui accanto a me dice che sei sensibile e difficile trovare capacità espressive come le tue in giro. Ti fa i complimenti. Baci!

la naccherina ha detto...

anche io ti faccio i complimenti! e gli auguri al Cabeza! Baci!!!